C'era una volta
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Il grande mago  

 
La storia del Grande Mago

di Rav Michael Laitman. Favola dell'Associazione Bnei Baruch

Introduzione: Al Bambino Saggio


Sai perché le persone anziane raccontano meglio di tutti le storie? Perché una storia è la cosa più intelligente del mondo! Tutte le cose cambiano nel mondo,
ma le storie vere rimangono sempre.

Le storie sono piene di tanta saggezza, che per raccontarle, una persona ha bisogno di vedere delle cose che altri non vedono. Ci vuole molto, molto tempo
per ottenere tale saggezza, ed è per questo che le persone anziane raccontano le storie meglio di chiunque altro!

Come è scritto anche nel più grande ed antico libro magico, Il Libro del Zohar “Una persona anziana è colei che ha acquisito la saggezza”.

I bambini amano ascoltare le storie perché la loro immaginazione può aprirli verso nuove idee e verità. A volte non avrebbero potuto vedere queste cose senza
averle imparate prima dalle storie. E i bambini che crescono e continuano a vedere ciò che gli altri non riescono a vedere, acquisiscono sempre più saggezza.

Queste persone rimangono sempre come bambini, “bambini saggi”, anche da grandi. Questo è ciò che il Libro dello Zohar ci insegna.



C’era una volta un grande mago, gentile, generoso e di buon cuore. Ma a differenza di tutti gli altri maghi che si trovano nelle storie dei bambini, questo
mago era davvero molto gentile, ma non aveva nessuno con cui condividere la sua bontà…

Non aveva nessuno di cui prendersi cura, nessuno con cui giocare, nessuno con cui stare, o nessuno a cui pensare. Voleva tanto conoscere qualcuno e
prendersene cura…

perché è molto triste essere soli.

Allora cosa fece? Pensò tra sé e sé:” Ci sono! Farò un sassolino, uno piccolino, ma davvero bello. Lo custodirò e lo accarezzerò delicatamente e lo terrò
sempre al mio fianco. E saremo insieme, io ed il sassolino…

perché è molto triste essere soli.

Fece un gesto con la sua bacchetta magica e CHACK! Un grazioso sassolino si trovò nella mano del buon mago.

Accarezzò il liscio sassolino e lo avvolse amorevolmente nel suo caldo palmo. Gli parlò con amore, ma la pietra non rispose; rimase ferma e silenziosa nella
sua mano e cosa peggiore di tutte, non ricambiava il suo amore.

Non importava cosa avesse fatto per il sassolino, questo non sarebbe mai diventato amichevole e nemmeno avrebbe reagito. Pensò, “E’ questo il modo di
trattare un buon mago? Come mai questo sassolino tanto carino non risponde? Forse ha qualcosa che non va? Forse se facessi più sassolini diventerebbero più
amichevoli e ricambierebbero la mia amicizia?”


Così il mago creò più sassolini, poi pietre sempre più grandi: rocce, colline, montagne, la Terra, ed anche l’intero universo. Ma erano tutte come il primo
sassolino: non si muovevano, non parlavano, non rispondevano a niente.

Ed ancora una volta provò quanto è triste essere soli.

Nella sua tristezza, pensò, “Dovrei forse creare una pianta? Sì, una pianta bellissima! La innaffierò, le darò molta aria fresca, farò scendere su lei una
calda luce solare, e le suonerò una dolce musica. La pianta sarà davvero felice, ed allora saremo felici insieme perché…

è molto triste essere soli.”

Il buon mago agitò ancora una volta la sua bacchetta magica e CHACK! Un grazioso fiorellino apparve alla destra della sua sedia. Con i suoi petali rosati e
le sue lunghe foglie, il fiore era proprio come il mago l’avevo immaginato.

Era così emozionato che cominciò a saltare tutto intorno al fiore e cantò le canzoni più gioiose che conosceva. Ma la pianta non danzava con lui; non cantava
neppure. Tutto ciò che faceva era crescere quando innaffiata, ed appassire quando non lo era. Questo non era abbastanza per il buon mago, che voleva dare il
suo cuore e la sua anima al suo amico fiore.

Di nuovo il mago pensò, “E’ questo il modo di trattare un mago? Come mai questo fiorellino grazioso non risponde? Forse dovrei creare più fiori. Forse
ricambieranno la mia amicizia”.
Allora il mago fece tutti i tipi di piante: campi con tappeti di fiori rossi, gialli e blu, boschi e foreste, vaste savane e fitte giungle. Ma non contava il
tipo di pianta che faceva, tutte si comportavano proprio come il primo fiore.

Ancora una volta, il buon mago era solo e triste.

Capendo che la situazione richiedeva un atto speciale, il mago sedette sulla sua magica sedia della riflessione, pensò, pensò e pensò un po’ di più, fino a
che ebbe una magnifica idea.
“Ci sono”, disse urlando, “Farò un animale! Ma…che tipo di animale? Forse un cane? Sì, un cane! Farò un piccolo cucciolo di cane che sarà sempre con me. Lo
porterò a fare tante passeggiate, ci giocherò, e quando ritornerò nel mio castello, il cane salterà di gioia e mi scodinzolerà per salutarmi. Sì!” il mago
sorrise, “io ed il cane saremo davvero felici insieme…

perché è molto triste essere soli.”

Speranzoso, il mago agitò la sua bacchetta magica e CHACK! un dolce cucciolo di cane riposava nelle sue mani esattamente come lo aveva immaginato.
Il buon mago era contento; nutriva il cane, lo coccolava e carezzava il suo soffice pelo riccio. Lo portava a passeggio e lo lavava in un bagno di bolle di
sapone. Di sicuro questo era il cucciolo più viziato di tutti.

Ma dopo un po’ di tempo, il mago capì che l’amore di un cane non era il tipo d’amore che lui voleva. Un cane vuole solo sedere vicino al suo padrone ed
obbedire. Il mago era veramente triste nel vedere che quel piccolo cucciolo che giocava così gioiosamente con lui e lo seguiva dovunque andasse, non poteva
ricambiare la bontà di cuore che lui voleva dargli.

Si rese conto che un cane non poteva essere il tipo di amico che stava cercando. Non poteva capire le cose che faceva per lui, i suoi pensieri per il suo
cane e come si preoccupasse per il cibo ed i giochi che preparava per lui. Il cane non poteva apprezzare tutto quello mentre era proprio questo ciò di cui
lui aveva davvero bisogno, un amico che avesse apprezzato la sua gentilezza ed il suo buon cuore.

Come per il sassolino ed il fiorellino, il mago provò a fare altri tipi di animali; maggiolini, pesci e balene, serpenti, scimmie, uccelli, ed orsi, ma
nessun singolo animale poteva capirlo ed essere l'amico che lui stava cercando.

Di nuovo, il mago era triste, e molto, molto solo.

Ed ancora una volta si volse verso la sua sedia e si sedette comodamente. Pensò e pensò e poi di nuovo pensò e pensò ancora più intensamente. Questa volta,
aveva immaginato un intero piano: capì che un vero amico doveva essere qualcuno che lo avrebbe cercato tanto quanto lui, qualcuno che avrebbe voluto
trovarlo tanto quanto lui voleva trovare un amico.


Allora, dopo aver pensato un altro pochino, disse a sé stesso: “ Un amico deve essere qualcuno come me, che fa ciò che faccio io e che ama come amo io.
Questo è l'unico modo affinché possa capirmi davvero. Ma, per essere come me, dovrebbe capire ed apprezzare ciò che gli sto dando. In questo modo
ricambierebbe il mio amore e farebbe per me ciò che io farò per lui. Allora sì che saremmo felici insieme.”

Per tre giorni e tre notti il mago sedette sulla sua sedia magica e pensò alla sua prossima creazione. Finalmente, ebbe un'idea brillante! “Perché non faccio
un uomo? Si, che grande idea! Lui potrà essere il mio vero amico! Potrebbe essere proprio come me! Se lo faccio davvero bene, amerà ciò che io amo, ed
apprezzerà ciò che gli darò. Avrà solo bisogno di un piccolo aiuto e poi saremo davvero felici perché non saremo mai soli.”

Ma per essere felici, il mago sapeva, che il suo amico avrebbe dovuto prima sperimentare ciò che significava essere soli e senza un amico. Avrebbe dovuto
sentire cosa si provava senza l'amicizia del mago. E solo lui avrebbe potuto decidere di volere la sua amicizia più di ogni altra cosa al mondo.
Con nuova speranza nel suo cuore, il mago agitò la sua bacchetta magica per la quarta ed ultima volta e CHACK!...

Ma questa volta accaddero due cose: un uomo fu creato, ma fu creato in una terra molto,molto lontana. Questa terra era così distante, che l'uomo non sapeva
nulla del mago. Vedeva le montagne, le stelle, gli alberi, I fiori, e gli animali, ma non sapeva che li aveva creati il mago. Non sapeva neppure che il mago
esistesse!


Ma il mago non si fermò qui. Fece il computer, il calcio, il basket, e tutti i tipi di giochi così l'uomo, con il suo nuovo amico, si sarebbe divertito. Ma
nel frattempo, il mago era ancora solo e molto triste perchè il suo amico non sapeva nulla di lui.

L'uomo non sapeva che c'era un mago che lo aveva creato, che lo amava e che lo aveva aspettato tanto. Non sapeva che il mago sussurrava, “Vieni da me,
possiamo essere felici insieme, perchè è davvero triste essere soli.”

Ma come può qualcuno che non conosce il mago, ed ha un computer, il calcio e tante altre cose divertenti da fare, trovarlo all'improvviso? Come può una
persona come questa volerlo conoscere ed amare? Questo qualcuno può essere il vero amico del mago e dirgli, “Vieni, mio buon mago, stiamo insieme e siamo
felici, perchè io so quanto è triste essere soli”?

Ebbene, il nostro mago era uno forte ed ebbe un piano in mente. Anzi, lo aveva sempre avuto e stava solo aspettando il momento giusto per tirarlo fuori. Ed
in un giorno soleggiato, il momento giusto arrivò: il mago si trovava molto lontano dal suo amico e gli sussurrò dolcemente nel cuore: “Chack!” Toccò il suo
cuore con la sua bacchetta magica, ed ancora una volta....”Chack!” Una voce chiamava nel cuore dell'uomo.

E quando il mago fece Chack ancora una volta con la sua bacchetta, l'uomo cominciò a pensare, “Ahhh, c'è un mago! Hmmmm... molto interessante, mi chiedo come
egli sia”. Tutto d'un tratto, l'uomo cominciò a pensare che forse non era tanto divertente stare senza un mago nella sua vita, che sarebbe stato senz'altro
molto più felice con lui.
Allora il mago, agitò di nuovo la sua bacchetta e l'uomo percepì che da qualche parte, molto, molto lontano, c'era una terra. Ed in quella terra c'era una
torre piena di tesori. Ed in quella torre sedeva un saggio e gentile mago, che lo stava proprio aspettando. Ed il mago sussurrava, “Ciao, amico, ti stavo
aspettando; insieme, saremo felici, e soli saremo tristi”.

Ma l'uomo non sapeva dove trovare la terra con la torre. Non sapeva neppure dove guardare. L'uomo era triste e confuso: pensò, “Come incontrerò il mago?”

E per tutto questo tempo nel suo cuore gentilmente batteva piano: “Chack! Chack!”

Non poteva dormire, non poteva mangiare e non poteva smettere di pensare a quella grande torre nella sua mente. Questo è ciò che accade quando si cerca
qualcosa davvero intensamente ma non la si trova. Questo può renderti molto triste quando sei solo.

Per rendere l'uomo saggio, potente e di buon cuore, come lui, il mago dovette insegnare all'uomo come fare le stesse meraviglie che lui stesso poteva creare
Ma un “Chack!” non era sufficiente per questo. C'era qualcosa che l'uomo avrebbe dovuto fare lui stesso.


Per aiutarlo, il mago dolcemente e segretamente lo portò verso un antico libro magico, chiamato Il Libro del Zohar. Questo librò insegnò all'uomo la strada
per la grande torre nella terra molto lontana.
Seguendo le istruzioni nel libro, l'uomo si precipitò ad incontrare il suo amico, il mago. Voleva dirgli, “Ciao, sono venuto per stare con te; so che saremo
felici insieme”.

Ma quando l'uomo raggiunse la torre, scoprì che tutto intorno alla torre correva un muro molto alto, circondato da paurose guardie. Lo spinsero via ogni
volta che provava ad avvicinarsi e non volevano che l'uomo ed il mago si incontrassero, ancora meno che fossero insieme.

E più l'uomo insisteva, più forte e più decise diventavano le guardie. Non avevano alcuna pietà.
L’uomo era disperato. Il suo caro amico, il mago, era nascosto nella torre, I cancelli erano chiusi, il muro era alto, e le guardie continuavano a mandarlo
via. Nessuno poteva entrare e nessuno poteva lasciare la torre.

L'uomo pensò, “Cosa farò? Se non possiamo stare insieme, come saremo mai felici?”

Ma ogni volta che stava per cedere, sentiva il delicato “Chack!” nel suo cuore. Allora, si sentiva di nuovo speranzoso e cercava un modo per superare le
guardie ed il muro imponente. E se si indeboliva e non c'era nessun “Chack!” nel suo cuore, avrebbe pianto verso il mago, “Perchè mi stai chiamando invano?
Dove sei? Non vedi che sono solo?”

Se una persona è paziente e resiste alle percosse delle guardie, diventa più forte, più coraggioso e più saggio. Invece di crescere più debole, lui impara a
fare le sue magie, le sue meraviglie, solo come un mago sa fare. E questo è ciò che fece anche l'uomo.
Finalmente, dopo tutto ciò che accadde, non c'era cosa che l'uomo desiderasse di più che stare con il suo amico mago.

Tutto ciò che voleva era vedere il suo amico, perché era ancora solo.

E proprio quando sentì di non farcela più, nemmeno per un solo minuto, i cancelli della torre si aprirono di colpo. E sì, il grande, di buon cuore e gentile
amico mago, andò per incontrarlo, e disse,

“Vieni, stiamo insieme, perché è molto triste essere soli”.

E sin da quel giorno, sono stati ottimi amici, sempre insieme. Non c'è gioia più grande che la gioia dell'amicizia. E la meraviglia del loro amore è eterna;
vive per sempre. E sono così felici insieme, che non si ricordano neppure qualche volta, quanto è triste essere soli.

Allora, se hai mai sentito un leggero “Chack!” nel profondo del tuo cuore, sappi che c'è un gentile e saggio mago che ti sta chiamando, perché vuole essere
tuo amico. Dopo tutto,

può essere molto triste star soli.

Fine


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