C'era una volta
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Contro gl'incontentabili  

 
Se avesse al nascer mio Calliope istessa presieduto, e parlasse in me la Musa, ancora io canterei queste d'Esopo belle menzogne, ché fu sempre il verso in tutti i tempi alla menzogna amico. Ma non mi credo già tanto ad Apollo prediletto, ch'io possa all'argomento fornir pregio e splendor. Chi sa lo faccia. Intanto io mi contento e voce e senno dar, non solo alla Volpe ed all'Agnello, ma le piante ed i fior parlano anch'essi, come tocchi da magica verghetta.

- Son bagattelle da ragazzi, - esclamano alcuni saggi critici, a cui piace il fatto autenticato in alto stile. - Son bagattelle rivestite a nuovo -. Critici miei, volete udir solenni cose a suono di tromba? Eccone un saggio:

"Da cinque e cinque ormai si combattea anni d'intorno alla superba Troia, e da mille battaglie affaticati cedeano il campo i coturnati Achei, allor che da Minerva escogitato sorse un cavallo di gran legno intesto, nuovo e fatale inganno. Entro suoi fianchi l'astuto Ulisse e Diomede il forte, Aiace ed altri cento armati eroi s'appiattarono, e tratti entro le mura, le case e i templi rovinar di Troia. Così l'inganno lungamente ordito pagò dei Greci la costanza...".

- Oh basta! - sento gridarmi da un moderno autore. - Troppo lunga è la frase, or tira il fiato. Un cavallo di legno e tutti questi armati eroi mi sembran fanfaluche, non meno che veder gabbato il Corvo da monna Volpe. A te male si addice di scrivere in codesto epico stile -.

Ebbene, se volete un altro tono più mellifluo sentir, statemi attenti:

"Pensa ad Alcindo la gelosa Eurilla, e di sue pene testimonio intorno non crede aver che il cane e le pascenti sue pecorelle: ma tra i salci e l'erba ecco Tirsi si avanza, e della bella ode i sospir ch'essa confida al vento, perché li porti al disperato amante...". - Oh basta, basta! - grida il mio censore. - Non ci si sente quel sapore classico in questi vostri mal torniti versi, che dimandan l'incudine e la lima -.

E non potrò cantar dunque a mio senno, o maledetti critici? - È da matto il voler far la pappa a tutti i gusti. Ah disgraziati i troppo delicati per cui cibo non v'è che li contenti!